E’ da almeno 24 ore che la donna avrebbe smesso di mangiare. La 39 enne deve scontare l’ergastolo per la morte di sua figlia Diana.
Pifferi è stata condannata alla pena dell’ergastolo lo scorso 13 maggio e già allora aveva dichiarato di voler “spegnersi, come la piccola Diana”.
Alessia Pifferi ha iniziato uno sciopero della fame e non si alimenta come dovrebbe da almeno 24 ore. Proprio di fame e di sete lasciò morire sua figlia Diana, di appena 18 mesi.
Come Diana
Dal carcere milanese di San Vittore è arrivata nelle scorse ore una notizia relativa ad Alessia Pifferi. La 39 enne lasciò morire di stenti sua figlia Diana, lasciata sola in casa per una settimana nonostante avesse appena 18 mesi di vita.
Ebbene la Pifferi, condannata all’ergastolo per la morte di Diana, ha smesso di mangiare regolarmente da almeno 24 ore. Una specie di “sciopero della fame” che, però, potrebbe nascondere l’ennesimo capriccio di questa donna alquanto particolare.
La versione ufficiale della storia vuole che Alessia Pifferi abbia smesso di alimentarsi perché spinta dal desiderio di “spegnersi come la piccola Diana“. Dunque avrebbe perso la voglia di vivere e vorrebbe scivolare nell’oblio della morte esattamente come accadde alla figlia. Solo che la piccola non ha avuto la possibilità di scegliere.
Perché potrebbe essere una tattica
Come dicevamo, quello dello sciopero della fame potrebbe essere una sorta di capriccio o un puntare i piedi perché quello che sperava di ottenere non lo ha ottenuto.
Attraverso il suo avvocato, infatti, Pifferi aveva chiesto di esser trasferita da San Vittore all’OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. In questo particolare OPG non ci sono sbarre e non ci sono celle.
Soprattutto in questo ospedale psichiatrico giudiziario, all’interno della sezione femminile, c’è una sottosezione divisa a sua volta in sezioni che si chiama “Arcobaleno” in cui si ritrovano donne che hanno ucciso i propri figli e che vengono sottoposte a terapie di recupero.
Ebbene i giudici hanno stabilito che siccome Alessia Pifferi è capace di intendere e di volere, non abbia diritto alla detenzione presso un ospedale psichiatrico.
Inoltre la vita in carcere per la Pifferi si sta dimostrando più dura del previsto. Le altre detenute le sono ostili per cui Pifferi non può accedere ad attività e corsi di gruppo e, inoltre, viene ingiuriata di continuo.
Pare abbia anche subito un’aggressione fisica. Insomma una situazione non facile e dalla quale vorrebbe uscire al più presto.