Morte di Raisi: lo scenario tra Iran e resto del mondo | Ecco cosa potrebbe accadere

E’ morto, dunque, il Presidente iraniano Ebrahim Raisi e con lui il ministro degli Esteri Abdollahian. La morte di Raisi apre nuovi possibili inquietanti scenari. Morti nello schianto dell’elicottero su cui viaggiavano. Il mezzo era stato costretto al tentativo di un atterraggio d’emergenza dovuto alle condizioni meteo particolarmente avverse.

Ali Khamenei
L’Ayatollah Ali Khamenei – pienosole.it

Per ore ieri pomeriggio, 19 maggio 2024, l’Iran ed il mondo sono stati in apprensione per la sorte del presidente dell’Iran. Tutto avvolto nel mistero con la macchina dei soccorsi in moto e l’Unione Europea che ha mobilitato il sistema satellitare Copernicus per rintracciare il mezzo del presidente. Ore di silenzio in cui nessuno si esprimeva sulle sorti del presidente.

Tutte le ipotesi in campo dopo la morte di Raisi

I primi a dare la notizia della possibile morte di Raisi sono stai i media israeliani. Alla fine, però, la morte è stata accertata ed i corpi riportati in patria. Mentre ci si interroga, inevitabilmente, su cosa possa davvero essere accaduto, incidente, sabotaggio o attentato cosa che, del resto, forse, non riusciremo a scoprire mai, l’Iran si prepara a colmare il vuoto di potere.

Tuttavia, però, gli occhi del mondo sono puntati non tanto su quanto prevede la Costituzione iraniana in casi del genere ma su quelli che potrebbero essere gli scenari futuri e, soprattutto, prossimi da un punto di vista politico. L’Iran, è utile ricordare, solo qualche giorno fa aveva bombardato tramite una serie di droni e missili Israele per la sua condotta scellerata nei confronti della Palestina.

Da un punto di vista legislativo, infatti, la Costituzione iraniana prevede che alla morte di un presidente in carica subentra il primo vice, in questo caso si tratta di Mohammad Mokhber Dezfuli. Ali Bagheri Kani, attuale numero 2 degli Esteri, potrebbe invece diventare capo della diplomazia dopo la morte di Abdollahian.

Analisi e riflessioni sui nuovi imminenti scenari che si apriranno in Iran e nel Medioriente, con conseguenze mondiali, sono necessarie. A morire, infatti, non è solo il presidente dell’Iran ma uno dei più accreditati dirigenti iraniani a succedere all’ayatollah Khamenei. Gli scenari che potrebbero aprirsi da qui a poco, quindi, fanno ipotizzare che prevalga una linea più radicale e conservatrice.

L’Ayatollah Khamenei e la strada ultra conservatrice

Proprio la linea dei pasdaran con il loro rapporto complicato con gli Usa ed Israele potrebbe essere lo scenario più temuto dal resto del mondo. Le vicende iraniane e, di conseguenza, di tutto il Medio Oriente, non sono affatto lontane da noi, sono le protagoniste indiscusse di un area geografica cruciale. Israele il nemico chel’Iran vuole eliminare da quelle terre, potrebbe, infatti trovarsi a scontrarsi con una liena molto più radicale nei propri confronti.

Morte di Raisi

Resta di fatto che la vera guida non solo spirituale iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, perde il suo fedelissimo alla guida del Paese. Raisi, infatti, è opportuno ricordare fu messo nel 2021 a capo dell’Iran dopo che la Guida suprema e i suoi organi consultivi avevano squalificato e tagliato fuori ogni potenziale rivale. Fu l’elezione vinta con il numero di votanti più basso nella storia dell’Iran.

Con le sfide in atto in Iran ed in tutto lo scacchiere del Medio Oriente, la guerra di Gaza, i rischi di una escalation contro Israele e la situazione interna di Teheran con le proteste iniziate nel 2022 che, nonostante, la repressione diventano ogni giorno più forti rendono la situazione iraniana molto più che delicata.

Elezioni tra 50 giorni ma sembra giù tutto deciso

Una vera gatta da pelare per Khamenei. Proprio per queste ragioni dovrebbe puntare su un ultraconservatore a lui fedele. Un uomo in grado di mantenere la fiducia delle Guardie della Rivoluzione anch’esse ogni giorno più potenti. L’Ayatollah, intanto, ha ufficialmente annunciato che non cambierà nulla con la morte di Raisi, ma si andrà avanti con l’agenda dell’ormai defunto ex premier iraniano.

Si tratta, dunque, di continuare con la linea conservatrice. Rapporti inaspriti tra Iran e Occidente, con il proseguio di rapporti provilegiati, anche da un punto di vista economico, con Cina ed India. La protesta interna sarà ancora bersaglio di repressione. Tra 50 giorni, stando alla Costituzione, in Iran si dovrà votare vedremo se ci sarà spazio per qualche novità o se l’Ayatollah continuerà su questa strada ultraconservatrice.