Una stretta sull’uso dei cellulari e dei social da parte dei minori è un’idea che sta prendendo piede mano mano in diversi Stati del mondo.
Alcuni, fra i quali anche la Repubblica di San Marino, hanno già proposto delle leggi per “aggiustare” il rapporto fra la tecnologia ed i bambini che ad essa si avvicinano.
L’Italia invece cosa sta facendo? Cerchiamo di capire insieme.
Stretta per tablet e cellulare sui minori
Una situazione che, sembra, assurda. I bambini sono molto più vicini alla tecnologia di quanto possa esserlo una persona adulta e, al tempo stesso, a questa si avvicinano ad un’età sempre più precoce. Questo può notevolmente influenzare il loro percorso di crescita, a partire proprio da un elemento basilare, ovvero la perdita, pian piano, della concentrazione.
Diversi Stati del mondo stanno cercando di portare avanti legge e norme per limitare se non addirittura abolire l’uso della tecnologia, peggio ancora, dei social ai bambini. Sono stati lo stato di New York, in Inghilterra e più vicini a noi, la stessa Repubblica di San Marino che ha portato avanti uno studio di una legge che riduca il tempo da passare con dispositivi elettronici da parte dei bambini.
E l’Italia? Come si sta muovendo su questa linea? Il primo annuncio è arrivato dal Ministro dell’Istruzione che ha affermato che ci sarà una stretta per i bambini dell’asilo, delle elementari e delle medie. Ma perché si è arrivati a questo? Partiamo dall’inizio. Se, prima, i social quanto anche i dispositivi elettronici venivano utilizzati dai ragazzi già adolescenti e, quindi, con una capacità di pensiero attiva anche se ancora in formazione, adesso l’età si è notevolmente abbassata.
Uno studio ha, infatti, analizzato che i bambini dai 3 ai 6 anni già hanno in mano tablet e guardano la tv oltre i limiti consentiti, e si connettono ad internet, molto spesso, senza la supervisione degli adulti. Ad 11 anni, hanno già il primo cellulare e iniziano già ad essere presenti sui social.
Cosa si è deciso in alcuni Stati, compreso San Marino
Per limitare tutto questo e far sì che si torni ad una apparente normalità, quali sono state le ipotesi messe in campo dai diversi stati? In generale, il non uso assoluto, nemmeno della tv, per i bambini al di sotto dei 3 anni. L’uso del tablet sotto strettissima sorveglianza dell’adulto dai 3 ai 6 anni, per non parlare poi dei social che non dovrebbero essere usati al di sotto dei 15 anni, e Tik Tok o Instagram prima dei 18 anni.
Ciò sul quale bisogna intervenire è l’uso dei social e dei cellulari anche a scuola. La Repubblica di San Marino, ad esempio, vorrebbe fissare la soglia a 11 anni per l’utilizzo non solo nelle scuole ma anche nei luoghi pubblici. Un esempio di quanto questi dati possano far spavento, arriva dall’Inghilterra dove il 97% dei ragazzi 12enni hanno già uno smartphone, ovviamente con connessione internet.
In Italia come si sta agendo? C’è una direttiva ministeriale che, dal 2007, vieta l’uso dei cellulari nelle aule scolastiche, ma poi permette il suo utilizzo per scopi didattici.
Ribadisce questa decisione anche il Ministro Valditara che, in quelle che sono le “Linee guida sulla educazione alla cittadinanza”, ha affermato che l’uso del cellulare “sarà sconsigliato anche a fini didattici nelle scuole d’infanzia, alla medie e alle elementari, mentre l’utilizzo del tablet sarà consentito esclusivamente per finalità didattiche e inclusive”.