Pena di morte: 15 minuti di orrore per la prima esecuzione del 2024 | Lo hanno giustiziato così. L’ONU minaccia rappresaglie

E’ stata eseguita in Alabama, Usa, la prima pena di morte di questo 2024. Kenneth Smith, il nome del giustiziato, ha dovuto, però, subire una vera e propria tortura.

Il metodo con cui, questo detenuto di 59 anni è stato, ha dovuto subire la sua esecuzoine lascia il mondo sconvolto, L’Onu sta, addirittura, pensando ad un suo intervento diretto.

pena di morte

Una vera e propria tortura inflitta a Smith. La sua esecuzione, infatti, è stata rimandata di qualche ora perché si apsettava l’esito dell’ultimo appello della Corte suprema americana.

L’Onu parla di tortura per il metodo utilizzato nell’eseguire la prima pena di morte del 2024

Il 2024 inizia con una bruttissima faccenda per quanto riguarda la pena di morte negli Stati Uniti. La condanna e l’esecuzione dal 1982 avviene mediante iniezione letale. Ciò che, però, ha dovuto subire il 59enne Kenneth Eugene Smith ha dell’incredibile e dello sconcertante.

L’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite parla, addirittura per la prima volta, di tortura subita dal condannato a morte. La pena di morte è una questione controversa che ha diviso l’opinione pubblica per decenni. Molti la considerano una giusta punizione per i reati più gravi, mentre altri sostengono che sia una violazione dei diritti umani e che non vi sia alcuna prova a sostegno del fatto che possa ridurre la criminalità.

Ciò che, però, sta sconvolgendo oggi il mondo non è il favore o meno alla cessazione di una vita, ma piuttosto, il metodo con cui si è scelto di porre fine al condannato.

La pena di morte, come pratica legale, risale a migliaia di anni fa, e oggi è ancora in vigore in molte parti del mondo. Tuttavia, molti paesi hanno abolito la pena capitale, e ci sono stati molti dibattiti per quanto riguarda la sua riforma o eliminazione.

I sostenitori della pena di morte sostengono che sia un deterrente efficace contro la criminalità violenta e che sia il modo più giusto di punire i responsabili di crimini gravi come l’omicidio. Essi sostengono che la pena di morte evitarla che un detenuto che viene rilasciato possa commettere nuovamente un crimine.

Ipossia di azoto: il metodo utilizzato per la prima volta al mondo

La pratica rappresenterebbe un giusto compenso per le vittime e i loro familiari, poiché la perdita di una vita non può essere compensata in alcun modo. D’altra parte, gli oppositori della pena di morte sottolineano che la giustizia penale non dovrebbe essere basata sulla vendetta.

Kenneth Smith giustiziato
Kenneth Smith il primo giustiziato del 2024

Essi sostengono che porre fine alla vita di un condannato rappresenta una violazione dei diritti umani fondamentali, come il diritto alla vita. L’uccisione di un colpevole non riporta in vita la vittima e non offre la possibilità di redenzione o di correzione. Inoltre, il sistema giudiziario non è infallibile, e la pena di morte potrebbe essere inflitta a persone innocenti. Inoltre, molti stavano sostenendo l’eliminazione della pena di morte in quanto sarebbe stata applicata in modo discriminatorio.

Il metodo usato, però, il 25 gennaio del 2024 nei confronti di Kenneth Smith lascia tutti basiti. Si tratta, d’altronde, della prima volta che un condannato a morte viene ucciso in questo modo che, alcuni, definiscono barbaro.

Condannato alla pena capitale nel 1996, per l’omicidio di una donna su commissione del marito, il 59enne Smith è morto per l’inalazione di gas azoto, una procedura che provoca ipossia, ovvero una carenza di ossigeno a livello dei tessuti che, se prolungata, causa la morte. Legato su una barella con una maschera sul viso ha dovuto per almeno 15 minuti subire questa che molti, Onu compresa, stanno definendo tortura.

La sua colpa, oltre quella dell’omicidio che lo ha portato alla condanna, sarebbe stata quella di essere sopravvissuto nel 2022 all’iniezione letale che si pratica per eseguire la pena.